giovedì 28 gennaio 2016

Tra il piccolo, fra il grande, in mezzo, nel tutto

Questa rappresentazione dell’universo fino ad ora conosciuto porta a riflettere sul legame tra infinitamente grande e infinitamente piccolo, un legame tutt’ora da definire, un ‘legame’ che paradossalmente ‘divide’. L’uomo (inteso come specie) è ancora giovane e immaturo, terreno fertile per insicurezza e paura, dal quale germinano dubbi e incertezze. Non temete, non intendo scrivere una riflessione pragmatica o astratta, non mi schiererò, non prenderò le parti di nessuno e tanto meno giudicherò. Mi ‘limiterò’ ad esprimere il mio pensiero (giusto o sbagliato che sia) nel modo più imparziale possibile, nell’unico modo che conosco, con la consapevolezza di presenza di me, non giudicando a priori, con elasticità mentale, dando modo alle letture e parole di decantare dentro di me per tutto il tempo necessario e vederle concretizzarsi nero su bianco. Ogni comunicazione comincia con una presentazione: Piacere Enrico, “sono un idiota (ma resti tra noi)”
l’immagine sottostante rappresenta l’universo o un’ iride. Se la risposta è davanti ai nostri ‘occhi’ c’è chi la vede nell’universo e chi nell’iride. chi è nel giusto? c’è un giusto? chi è in errore? c’è un sbagliato? e chi può dire cos’è giusto o sbagliato? Ecco il Paradosso del gatto di Schrödinger, un esperimento mentale (che rozzamente [non me ne vogliano] riassumo così: non lo si sa fin che non lo si ‘vede’, fino a quel momento può essere sia l’uno che l’altro o tutti e due) continuiamo con Rutherford e Il suo modello completato da Bohr chiamato modello planetario (tende ad interpretare la realtà dell’atomo come un Sistema Solare, l’infinitamente piccolo in relazione con l’infinitamente grande) Ad oggi sembrerebbe che la realtà stessa nel mondo dell’infinitamente piccolo sia indeterminata e che non valgano le regole deterministiche (causali) ma che le particelle subatomiche abbiano un comportamento più libero e imprevedibile. Stando al concetto di legame sopracitato, dovremmo rapportarlo all’infinitamente grande. Detto ciò quindi possiamo parlare di ‘non a caso’? di un destino, di un futuro già ‘scritti’? o sono la somma delle nostre azioni a determinarlo? quindi nulla è già scritto? tutto è governato dal caos? Io non ho una risposta, e paradossalmente tutto potrebbe essere governato con la stessa probabilità dal caos come dal ‘non a caso’. Heisenberg elaborò il principio di indeterminazione secondo il quale (esiste un’interazione tra il soggetto e l’oggetto osservato, che impedisce di vedere l’oggettività dell’oggetto stesso: quando noi interveniamo con i nostri ‘strumenti’ modifichiamo la realtà che andiamo ad osservare, non potendone così determinare le condizioni oggettive e non potendo prevedere che cosa succederà nei momenti successivi. Non è quindi una difficoltà dovuta ad un’imprecisione degli ‘strumenti’, ma una difficoltà di principio, un’indeterminazione presente nella realtà stessa. Questo principio divise gli scienziati, di Einstein queste parole: “Mi rifiuterò sempre di credere che Dio (da lui ‘chiamato’ il grande uno) gioca a dadi con il mondo”. Einstein non esclude l’ipotesi di un’ ‘incognita’ ’sconosciuta’ o tutt’ora non considerata. E’ pronto a opinare tutto il ‘lavoro’ a cui gran parte della vita si è dedicato, per una risposta, verso se e per il mondo. Negli ultimi anni egli si dedicò a cercare nuove leggi valide nell’infinitamente grande e nell’infinitamente piccolo, provando ad elaborare la “teoria del tutto” non gli riuscì di trovarla, e tutt’ora la si cerca. Einstein ‘viaggia’ seppur in ‘parallelo’, al pensiero dei Rishi (antichi veggenti vedici) i quali affermano che la creazione ha una struttura unica, da loro chiamata maya proteiforme. L’atomo e' energia? è materia? l’energia atomica può essere anche di ’natura mentale’? può la mente ‘plasmare’ la materia? Tutte queste domande sono ‘destinate’ a risposta, o domani o “dopodomani”, ma la troveremo. Attualmente studi in fase ‘embrionale’ dalla fisica quantistica quali la Teoria Delle Stringhe, tenta di far conciliare la meccanica quantistica con la relatività generale, ipotizzando che lo spazio e il tempo siano in realtà la manifestazione di entità fisiche fondamentali. Possiamo parlare, di considerare le ’forme pensiero’? sappiamo che il pensiero emette vibrazioni (onde alpha) ed esistono yogi che per mezzo della meditazione hanno acquisito una profonda conoscenza e consapevolezza del proprio corpo. Ipotizziamo il corpo umano come ‘microcosmo’, la mente ha influenzato la materia? Tornando ai vedici, stando ai loro testi antichi l’essere umano è composto sia di materia densa (ossa,muscoli,tendini,organi ecc.) che di materia ‘meno densa’, cioè di energie che creano il ‘corpo’ mentale e il ‘corpo’ energetico. ognuna di queste “sfere” si suddivide in vari tipi di energie chiamati piani sottili, (così chiamati perchè non si percepiscono con i sensi fisici ma con l'intuizione, con la sensibilità che si sviluppa maturando una consapevolezza e una maturità spirituale) anche un’altra comunità, (forse più ‘vicina’ a noi) la comunità ebraica degli esseni condivideva questo pensiero, una comunità che viveva isolata, una comunità dove Gesù si soffermò per un breve periodo durante il suo cammino verso Gerusalemme, prima di decidere di ’spingersi’ in solitudine nel deserto, prima dell’isolamento che lo cambiò, o che lo avvicinò maggiormente a se stesso, al mondo, ai poveri, ai bisognosi. (che nell’entrare in contatto con se stessi in unione con la natura aiuti ad attingere a conoscenze che rimangono riservate alla sola esperienza empirica? lo può sapere solo chi l’ha sperimentato, e una volta sperimentato, come comunicarlo al prossimo senza essere giudicato? qual è il modo per esternarlo?) a me piace pensare che Gesù abbia permesso la propria crocifissione, lo ha visto come unico modo per comunicare ciò che a parole è impossibile da esternare, L’AMORE verso Il TUTTO. Che l’incognita mancante, non considerata, sia proprio questa? un atto di Fede? che la risposta sia nel cuore unito alla ragione? Che il ‘tutto’ stia ‘aspettando’ il nostro considerare il ‘tutto’?
Siamo sempre a puntare il dito verso il prossimo, Ma se lo stessimo semplice-mente puntando verso di noi? Chissà se la razionalità a braccetto con il cuore abbia la capacità di svelare il ‘tutto’, di render-La VITA? SpiegarLa alle nostre es-cogitazioni? senza più nascondere a sé stessi proprio quella “verità” a cui invece il cogito vorrebbe mirare? a cui siamo intrinsecamente ‘legati’? La mente, per conservarsi nel suo “ruolo guida”, deve mentire! Il tentativo logico di ridurre ogni fenomeno ad un qualcosa che sia comprensibile, che si possa “vedere”, contare, rivela l’autentica volontà magmatica e celata che sottende l’agire razionale. Il pensiero che si es-perisce attraverso il vocabolario della ragione si propone anzitutto di regolare, organizzare, dominare e ordinare l’esistente secondo le leggi del cogito e così procedendo finisce inesorabilmente pour parler un linguaggio “omo-logato”, comprensibile da tutti ma falso, ché ha voluto schematizzare in un vocabolario statico, assoluto, oggettivo, valido per ognuno, una vita che fa paura perché è anzitutto in divenire (tutto ciò che si muove, che cambia, che non è fisso, angoscia. Anche vivere!). Aveva “ragione” il Piccolo Principe: “Gli occhi sono ciechi. Bisogna cercare col cuore”.▼

(ho omesso volutamente di parlare dei popoli antichi come Maya, Egiziani, ecc… per non sfociare nel più classico degli ‘intercalare’ e per evitare un giudizio al quale ahimè non riesco a sottrarmi. La loro conoscenza del cosmo ed il loro rapporto con le divinità e la vita, che in alcuni aspetti poi, non diverge dalle usanze descritte nei testi sacri e qualche decina di secoli fa. Il sacrificio di esseri viventi alle ‘divinità’ dapprima sviscerandoli per predire il futuro secondo i santoni nascosto nelle loro membra’, passando poi a non ucciderli ‘direttamente’, ma abbandonandoli a morte certa nel deserto, ma non prima che un sommo sacerdote ‘caricasse’ sul suo groppone tutti i peccati del popolo. (in tutto questo non vedo altro che ipocrisia. Scusate, questo è il giudizio al quale non riesco a sottrarmi) quando diciamo Capro espiatorio ci riferiamo a questo ‘rito. Non ho parlato degli Sciamani, degli Aborigeni Australiani, degli Indiani d’America della meditazione Raja Yoga, della Teoria M, del Karma Yoga di Patangeli, di Yogananda, degli Yuga" ere" per non dilungarmi troppo, ma in primo luogo per le lacune di conoscenza in me da colmare prima di poterne ‘parlare. Ringrazio Iolanda e Mak per il loro contributo.)

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